Presentiamo il ciclo di film, intitolato Lontano dal paradiso, che si terrà da venerdì 5 febbraio (per sei settimane con inizio alle 21.00) presso la biblioteca san Giovanni di Pesaro, in via Passeri 102.
Sei appuntamenti, ad ingresso gratuito, assolutamente da non perdere in cui saranno presentati ed illustrati sei capolavori del “melò”.
Il programma dettagliato lo trovate qui sotto, e anche sulle cartoline che saranno distribuite in biblioteca, al Videodrome e nei principali punti informativi della città!
Non mancate! L’ingresso è GRATUITO.
5 febbraio: SECONDO AMORE di Douglas Sirk (1955)
12febbraio: LETTERA DA UNA SCONOSCIUTA di Max Ophuls (1948)
19 febbraio: LA PAURA MANGIA L’ANIMA di Rainer Werner Fassbinder (1974)
26 febbraio: IN THE MOOD FOR LOVE di Wong Kar-Wai (2000)
4 marzo: LA SIGNORA DELLA PORTA ACCANTO di Francois Truffaut(1981)
11 marzo: NARCISO NERO di Michael Powell ed Emeric Pressburger (1947)
Melodramma: un genere che ha un’antica radice musicale, e che a livello cinematografico diviene una sorta di “musica emozionale”, in cui le parole sono svincolate dalla significazione concreta e si fanno elemento aurale. Un genere per eccellenza “della crisi”: crisi ideologiche, di vecchie classi sociali, di visioni cui si contrappongono passioni, contrasti affettivi e sentimentali, emozioni nuove. Un genere “borghese” in cui le passioni si alternano, si contraddicono, fanno i conti con la cattiva coscienza di una classe; o immettono nuove, rivoluzionarie forme di sentire che inducono contrasti profondi e drammatici, enfatizzati dalla sensibilità formale degli autori. Il melodramma viene affrontato in modo profondamente diverso dai registi presi in esame: si va dai simboli e metafore formali di Douglas Sirkalla pulsionalità onirica di Powell e Pressburger, dalla stilizzazione estrema di Wong-Kar Wai al cinema vorticoso, abissale di Ophuls, fino al dolore del cinema romantico e disperato di Fassbinder e all’insondabilità delle tenebre amorose di Truffaut.
Un genere che continua a mutare, e che trova anche nella contemporaneità nuovi interpreti, affascinati dalla sua capacità di esprimere il tumulto di un’umanità che si trasforma nel tempo.